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Sergio Soncin XXMMister Soncin, come sarà il Ventimiglia 2018-19 del campionato di Eccellenza?

«Stiamo cercando di cambiare metodologia di gioco. Durante la scorsa stagione i granata giocavano soprattutto per linee orizzontali, oggi invece per linee verticali. Intendiamoci: il mio predecessore Caverzan è un tecnico bravissimo, che ha fatto bene e ha ottenuto risultati importanti. Si tratta di due idee di calcio diverse, entrambe valide. D'altra parte al primo modello di gioco si ispira il Barcellona, al secondo il Real Madrid: e sappiamo tutti quanto hanno vinto. Questa trasformazione richiederà un po' di tempo ma sono fiducioso».

Perché cambiare, allora?

«Cerchiamo di rimetterci in discussione, di dare alla squadra idee e stimoli nuovi. I ragazzi hanno appreso benissimo la lezione di Caverzan, adesso proviamo a fare altri passi avanti».

Nelle prime partite la linea difensiva è passata da tre a quattro...

«E' vero ma non è questo il problema. Adesso difendiamo a quattro ma potrei benissimo tornare a tre. Il mio non è un calcio di schemi, non li amo. Mi interessano più le situazioni: il giocatore deve conoscere le indicazioni dell'allenatore ma deve essere libero di decidere. Il calcio è semplicità».

La preparazione precampionato che frutti ha dato?

«Stiamo crescendo dal punto di vista fisico, della personalità e della tecnica. Con la Sanremese abbiamo fatto bene nonostante due sconfitte. Intendiamoci, loro hanno tre-quattro giocatori di qualità superiore. Ma noi abbiamo dimostrato di essere una squadra».

Gli arrivi di quest'estate?

«Luca Sammartano, Fraticelli e Piantoni sono innesti rilevanti. Sono giocatori del territorio che hanno scelto Ventimiglia perché Ventimiglia è una realtà importante, con o senza Soncin. Altri come Peirano e Salzone hanno deciso di partire, ed è perfettamente legittimo che ognuno si giochi le proprie carte. Ma anche in casa abbiamo ragazzi notevoli che devono solo 'consolidarsi' in Eccellenza. Devono giocare di più, maturare. Penso ai due Rea, a Felici, Ierace. Oppure ad Alessio Sammartano, un sedicenne che può meritare la prima squadra. Inoltre contiamo sempre su titolari storici come Ala che tanti club ci invidiano».

E' passata la stagione dei grandi nomi?

«Non è più il tempo di offrire un appartamento o un lavoro a chi viene da fuori. Il progetto del Ventimiglia Calcio è adeguarsi al territorio, trovare qui i giocatori e le risorse. In società ci sono paletti precisi che chiunque allena deve rispettare. L'Eccellenza è la nostra categoria e nessuno pensa di fare il passo più lungo della gamba».