Sedici anni, esordio in Promozione poche settimane fa, Marco Sparma è il talento granata della stagione 2019-20: il primo gol importante della sua carriera è arrivato domenica scorsa. Un tunnel al portiere del Serra Riccò, un sinistro che ha provocato un'ovazione in tribuna (guarda il video).
Studente all'Albeghiero di Taggia, stoffa da attaccante di razza, ora Marco ha almeno due carte da giocarsi nella vita: quella di cuoco ma anche quella di calciatore. In famiglia il football è una passione condivisa: il fratello Alessandro, 25 anni, ha militato come lui nel Ventimiglia, anche in prima squadra.
Sparma, meglio cuoco o calciatore?
«Meglio calciatore. Io mi impegno e ci provo, poi si vedrà...».
Quand'è cominciata l'avventura del pallone?
«All'età di 5 anni, sempre in casa granata. Poi ho giocato nelle giovanili, e lì Luccisano mi ha preso e portato in prima squadra».
Quali doti deve avere un giocatore?
«Tecnica, intelligenza calcistica e fisico. Io non ce le ho proprio tutte ma mi impegno sempre per migliorare. A volte supplisco con la velocità, che è un'altra caratteristica importante».
Attaccante preferito?
«Ronaldo, anche se siamo profondamente diversi».
Squadra del cuore?
«L'Inter da sempre, come mio padre».
Come si immagina il suo futuro?
«Per ora voglio continuare qui, in prima squadra».
La sua carriera è stata sinora rapidissima...
«In effetti, da allievo sono passato alla juniores, dove ho disputato quattro partite. E poi in Promozione».
Quali sono i consigli di mister Luccisano?
«Stare tranquillo e fare quello che so fare. E soprattutto non avere ansia».
In prima squadra come l'hanno accolto i compagni?
«In maniera giusta, con rispetto. Per questo motivo non smetto di ringraziarli. Un grazie anche a tutti coloro che mi sono vicini, dal mister, alla società...».
Domenica il primo gol in Promozione, al 90'. Ce lo racconta?
«Musumarra mi ha pescato sulla fascia, io sono scattato e poi mi sono accentrato. Il portiere del Serra Riccò è venuto incontro, ho calciato di sinistro e la palla gli è passata sotto le gambe».
Da quale collega sta imparando più cose?
«Da tutti, anche se seguo soprattutto le giocate di Ventre».
Quand'è cominciata l'avventura del pallone? All'età di 5 anni, sempre in casa granata. Poi ho giocato nelle giovanili, e lì Luccisano mi ha preso e portato in prima squadra»