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Claudio Scognamiglio, portiere del Ventimiglia calcio, nella partita di oggi contro il Quiliano, ha giocato la trecentesima partita (in gare di campionato) con la maglia granata.

Scognamiglio è un portiere di grande livello, uno dei migliori del campionato, ma soprattutto un ragazzo straordinario dal punto di vista umano. Claudio e il Ventimiglia hanno fatto assieme un lungo percorso calcistico, caratterizzato da tante battaglie, proviamo a ripercorrerlo.

È arrivato a Ventimiglia dodici anni fa, dalla Toscana perché si era appena trasferito da queste parti per motivi di lavoro.

Ha preso il suo posto tra i pali quasi in punta di piedi, in una squadra che si stava rifondando dopo la retrocessione dall’Eccellenza e ha rapidamente conquistato la stima di tutto l’ambiente sia per le sue doti tecniche che per quelle umane. Si capì subito che Claudio era dotato di una forza atletica e una lucidità mentale non comuni, due caratteristiche importanti, da cui nascono anche le sue parate, molto spesso determinanti per la squadra. 

In questi dodici anni la sua vita è stata completamente rivoltata: è diventato adulto, è diventato padre, è diventato un leader ed un giocatore carismatico. È stato per parecchio tempo anche il capitano del Ventimiglia e ha sempre portato quella fascia, importante ma a volte anche scomoda, con bravura, autorevolezza, forza ed equilibrio, tanto che col tempo è anche diventato uno dei punti di riferimento più importanti all’interno dello spogliatoio

Dopo dodici campionati e 300 partite, si può tranquillamente affermare che la maglia granata sia diventata per lui una seconda pelle. Con le sue 300 presenze è entrato ufficialmente nella leggenda del Ventimiglia calcio, nella “Hall of fame” granata, conquistandosi un posto tra i giocatori immortali, quelli che hanno scritto le pagine più importanti della storia del Ventimiglia calcio.

Claudio è nato a Grosseto l’11 settembre 1986. Se potessimo sfogliare l’album dei suoi ricordi sportivi, nelle prime pagine troveremmo sicuramente una maglia rossa col grifone sul petto, quella del Grosseto, la squadra della sua città, dove ha percorso tutta la trafila del settore giovanile, fino ad entrare a far parte della rosa della prima squadra che nel campionato 2006-07 ha conquistato una storica promozione in serie B.

L’allenatore di quel Grosseto era Antonello Cuccureddu, che alla decima giornata aveva sostituito nientemeno che Max Allegri.

Per capire il livello di quel campionato basti pensare che al secondo posto, staccato di un punto si classificò il Sassuolo, che pertanto fu costretto a giocare i playoff, dove perse la semifinale contro il Monza, che a sua volta fu poi battuto in finale dal Pisa

Claudio è rimasto nella rosa del Grosseto anche il campionato successivo, in serie B, poi ha scelto di andare a giocare vicino casa, nel Braccagni, in Prima Categoria. Quindi tre campionati nelle file dell’Albinia (Eccellenza toscana) tra il 2009 e il 2012, prima del suo approdo a Ventimiglia.

Se consideriamo anche le gare di campionato giocate con l’Albinia (67) e con il Braccagni (26) arriviamo a 393 gare di campionato e mettendoci anche quelle di Coppa Italia superiamo le 420 partite ufficiali.

Numeri importanti per davvero.

D’altronde la storia del Ventimiglia è piena di portieri formidabili, ad iniziare già dagli anni Venti: Renato Lombardo, dopo qualche anno con la Ventimigliese approdò al Nizza, poi al Milan. Secondo Lanfranco dopo 7 anni in granata giocò 3 campionati con la Sanremese (in serie B), poi 3 anni con l’Atalanta, in serie A.

Nel dopoguerra Mario Bigazzi lasciò la Ventimigliese per approdare alla Fiorentina (1948), poi ancora e solo grandi personaggi tra i pali: D’Orsi, Piva, Melani, Galbiati, Ozenda, Soncin, Frasson… Tutti portieri formidabili.

Scognamiglio non poteva che continuare questa tradizione e siamo certi che il giorno che deciderà di passare il testimone, lo riporrà in mani, anzi in guantoni sicuri. Come da tradizione…